- 21 dic 2023
Nella cassetta delle lettere delle vostre case avrete trovato quello che a noi (e speriamo anche a voi) piace chiamare "Cünta sü": un bigino informativo per la cittadinanza di Cocquio Trevisago redatto dal nostro gruppo che in sala consigliare è di minoranza, ma che è molto più numeroso e attivo nelle proprie iniziative, con la volontà di sopperire alla mancanza di un periodico che l'amministrazione comunale dovrebbe prendersi carico di redigere e distribuire e di cui non ci sono tracce da tempo immemore...
Qui di seguito vengono riproposti i temi trattati nella versione cartacea:
Il Comune e l’Informazione: una città senza voce
Nella vita di ogni comunità, l’informazione svolge un ruolo cruciale nel garantire la trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini. Tuttavia, ci troviamo in una città senza una voce ufficiale, un giornale comunale che possa tenere aggiornati sugli avvenimenti locali, sui progetti in corso e sulle decisioni amministrative. L’assenza di un periodico comunale ,con la tacita fine del semestrale“ Insieme per conoscere” a inizio del secondo mandato Centrella, ha aperto la strada a una distribuzione unilaterale delle informazioni, principalmente veicolate attraverso piattaforme digitali come Facebook e alle bacheche comunali per scarne comunicazioni di servizio. Questo approccio, sebbene possa raggiungere una parte della popolazione, esclude una parte della popolazione anziana, individui che non utilizzano i social media e coloro che non hanno accesso a internet per motivi economici. Il risultato è una frammentazione dell’informazione, tagliando fuori una buona parte della comunità dalla conoscenza dei fatti locali. Non solo la mancanza di un giornale comunale quindi, ma anche il modo quasi unicamente digitale in cui vengono diffuse le notizie, crea disuguaglianze nell’accesso alle informazioni. La dipendenza da una singola piattaforma rischia di escludere chi non aderisce a tale mezzo di comunicazione. Bisogna segnalare che il modo in cui si informa la cittadinanza ha in sé un’altra grave pecca, ovvero il fatto che affidandosi a una piattaforma gratuita, ma privata, questa fa visualizzare contenuti indicizzati sul singolo utente in base al suo profilo e al consumo che fa di tale mezzo, “oscurando” o non mettendo in mostra quello che si ritiene poco interessante per l’utente. Questo accade perché, quando usi un mezzo privato gratuitamente, vuol dire che la merce da vendere sei tu, quindi ti faccio vedere contenuti che penso ti piacciano e altri (inserzioni a pagamento) che ti spingano al consumo. L’amministrazione verifica i flussi delle utenze sulla pagina Facebook del Comune? Quante visualizzazioni medie hanno i loro post informativi? Quanti cittadini cocquiesi hanno un profilo social? Certo, c’è pur sempre il sito del Comune, ma questo non è immediato come dovrebbe essere e, torniamo al punto, richiede un mezzo informatico per accedervi, mezzo che potrebbe non essere fruibile e/o in possesso a una parte della cittadinanza. Inoltre, emerge la tendenza ad un tentativo di monopolizzare l’offerta culturale della città, mettendo ostacoli alle nuove realtà che cercano di emergere con proposte indipendenti e differenti da quelle dell’amministrazione. Piuttosto che incoraggiare la diversità e la collaborazione, sembra esserci un’ostilità nei confronti delle nuove iniziative, limitando la varietà di voci e di offerte culturali disponibili per la comunità. Il bisogno di una fonte d’informazione ufficiale, equa e accessibile a tutti i cittadini è urgente. Un giornale comunale potrebbe fungere da ponte tra l’amministrazione e la popolazione, garantendo una trasmissione chiara e completa delle notizie. Inoltre, incoraggiare la diversità e la collaborazione culturale dovrebbe essere una priorità per favorire la crescita e il coinvolgimento di tutte le realtà cittadine. La creazione di un periodico comunale accessibile a tutti, con un organo indipendente a garanzia della pluralità delle voci sul territorio che vogliono dire la propria, insieme a un approccio più aperto e collaborativo nell’ambito culturale, potrebbe garantire una città più informata, coinvolta e culturalmente vibrante per tutti i suoi cittadini. Di certo non si deve ricadere nell’errore di politicizzare l’informazione, come si è fatto con il precedente periodico, fondato poco dopo le elezioni del 2016,partendo dal titolo, “Insieme per conoscere”, nome che, in modo preoccupante, richiamava il nome della lista vincitrice delle elezioni, ossia, “Insieme per crescere”. Inutile aggiungere che tentare di centralizzare sulla propria fazione ogni tipo di attività non è garanzia del loro regolare svolgimento, basta vedere appunto la cancellazione del giornale comunale senza neanche una comunicazione ufficiale, ma è indice di una visione padronale del bene pubblico che non garantisce la pluralità dell’informazione, inaccettabile indipendentemente da chi vince le elezioni.
Il consiglio comunale: la maggioranza non garantisce la partecipazione della cittadinanza
“Il comune promuove e tutela la partecipazione dei cittadini, singoli o associati, all’amministrazione dell’ente al fine di assicurarne il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza”. Questo stabilisce lo statuto del Comune di Cocquio Trevisago e il consiglio comunale dovrebbe garantire la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa del proprio comune. Proprio perché come Primavera crediamo fermamente nell’importanza della partecipazione, pensiamo che la modalità con cui si stanno svolgendo da inizio mandato i consigli comunali (fatta eccezione per il primo consiglio organizzato in pompa magna), ovvero in modalità telematica, non risponda a questa esigenza di trasparenza e partecipazione. Tralasciando la poca professionalità con cui vengono affrontati questi momenti fondamentali per la vita amministrativa del comune da parte della maggioranza, pensiamo che, concluso lo stato di emergenza legato alla pandemia, non vi sia alcuna necessità di proseguire su questa strada. Per consentire ai cittadini di seguire i consigli, la maggioranza ha pensato di mandare in streaming le sedute sulla pagina Facebook del comune. Facebook è un socialnetwork e una piattaforma privata a cui non tutti i cittadini sono iscritti e di conseguenza riteniamo che non sia garantita la piena partecipazione della cittadinanza. Ad ogni consiglio il sindaco ribadisce sempre (e giustamente)i regolamenti e lo statuto come linee guida, ci si aspetterebbe che anche in questo caso vi sia da parte sua una maggiore considerazione di un principio fondamentale della politica, ossia la partecipazione della cittadinanza alla cosa pubblica; il fatto che questa attenzione non vi sia potrebbe indurre a pensare che non si voglia esporre al giudizio della cittadinanza. Primavera ha sottoposto i dubbi relativi alla mancanza di partecipazione al segretario comunale con una comunicazione nel mese di luglio ma la risposta fornita dal segretario uscente non è stata per Primavera del tutto convincente attribuendo la decisione di svolgere o meno i consigli in presenta totalmente in capo al sindaco. Primavera non si fermerà a questa risposta ma insisterà nel chiedere che i consigli comunali tornino a essere pubblici e partecipati così da rendere accessibile a tutti i cittadini di Cocquio Trevisago le decisioni che la maggioranza sta portando avanti per il futuro del nostro comune e valutare in prima persona l’adeguatezza o meno di questa amministrazione.
Per le strade del paese
A molti di voi sarà capitato di fare due passi fra le vie dei nostri centri abitati e notare l’incuria e il degrado delle nostre strade. Che sia la Torre, S. Andrea, Caldana, San Bartolomeo o Cocquio, le nostre frazioni vivono spesso fra sporcizia, rifiuti abbandonati, buche, rattoppi di asfalto e vegetazione senza controllo soprattutto nei mesi estivi. Il decoro dei luoghi pubblici è sinonimo di civiltà e la bellezza, anche degli angoli più semplici delle strade e delle piazze, non è privilegio per pochi, ma un diritto verso il quale ogni comunità dovrebbe aspirare. L’inciviltà è purtroppo sempre pratica diffusa ed è importante che ogni cittadino si faccia un po’custode dei luoghi del proprio paese, cercando di prestare più attenzione col proprio animale o, in altra circostanza, evitando di lasciare segni del proprio passaggio. Ma noi cittadini non possiamo essere lasciati soli, se l’amministrazione comunale è la prima a non dedicare attenzione alla manutenzione delle strade (le condizioni sono sotto gli occhi di tutti), se non viene programmata ed effettuata una regolare pulizia, se il verde selvaggio che cresce durante la lunga stagione estiva non viene tagliato, come può un cittadino da solo occuparsi di questo? Forse l’amministrazione pensa di poter pulire le strade in modalità telematica, come i consigli comunali (quelli non li vede nessuno, ma la sporcizia si vede eccome...)? Lo scorso Aprile noi come Gruppo Primavera abbiamo spontaneamente dedicato una giornata alla pulizia delle nostre strade senza patrocini o altro, ma con l’unico intento di dare una ripulita alle pietose condizioni in cui versavano molte delle nostre strade. Abbiamo “collezionato” decine e decine di sacchi, ma ora siamo punto e a capo. Speriamo che le cose possano cambiare, perché per costruire un futuro sano è necessario partire dalle piccole cose e forse la necessità di avere un paese decoroso è una di quelle.
La risorsa ACQUA
Non è opinione di pochi ritenere l’acqua e le risorse idriche un bene particolarmente strategico e per il quale dedicare molta attenzione oltre che lavorare sin da subito per preservarle. Abbiamo avuto modo poi di sperimentare da vicino, durante l’estate 2022, quanto sia importante anche se a volte ritenuta scontata, l’acqua. E una volta esaurite le scorte quanto sia difficile approvvigionarsi anche in ampie reti di gestione. E’ su questa preliminare coscienza e sensibilità che Primavera ha voluto portare avanti alle porte della stagione estiva 2023 una specifica interpellanza al Consiglio Comunale per stimolare e portare attenzione, prima di una potenziale emergenza, su questo tema. Abbiamo riscontrato, e ahimè continuiamo a farlo, una scarsa attenzione a riguardo. Sottoposta alla domanda specifica sulla gestione delle acque e sulle politiche di riduzione dello spreco e salvaguardia la maggioranza ha glissato, giustificandosi dietro ad un “è gestione di Alfa”, traviando assolutamente il senso dell’interpellanza e parandosi dietro a scuse di impotenza e mancanza di giurisdizione perché demandate adente sovracomunale. L’intenzione di Primavera, portando il tema in Consiglio Comunale era, ed è, quello di indurre politiche di salvaguardia del bene acqua che siano innanzitutto prese come modello dall’ente comunale e non come ha ironizzato il Sindaco pensando a ridurre il numero di utilizzo dello sciacquone delle cassette per i servizi igienici, bensì a stimolare reali politiche di risparmio sia in termini di comportamenti dei singoli cittadini, sia inducendo ad un comportamento virtuoso e rispettoso della risorsa, non sprecando in utilizzi non necessari (piace a tutti noi il prato verde, ma se manca acqua per agricoltura o per i servizi primari è ben peggio) e recuperando quanto possibile da accumulo acque pluviali e pozzi per tutti quei servizi per cui non vi è necessità di acqua potabile. Vedasi servizi industriali/autolavaggi/sanitari ecc. Andrebbe ripensato tutto un sistema virtuoso legato al mondo dell’acqua che permetta quindi di non sprecarne o comprometterne le fonti e di ottimizzare la gestione dei reflui; questo può essere fatto solo con un’ampia collaborazione di tutta la cittadinanza ed in primis dall’amministrazione Comunale che deve farsi carico di indurre un percorso collettivo abbinato ad una disponibilità di dialogo. Ci aspettiamo quindi, e solleciteremo ancora qualora così non fosse, si attivi una politica concreta e mirata su questa importante e strategica tematica.
Chiusura evitabile? L'asilo di Caldana costretto a chiudere
L’amministrazione comunale di maggioranza ha dimostrato una gestione discutibile riguardo alla Fondazione Luigi Tagliabò, particolarmente evidente nella vicenda del contributo comunale addizionale inizialmente negato e poi concesso a seguito della chiusura della sede dell’asilo situato a Caldana. L’iniziale decisione relativa al taglio dei fondi aggiuntivi, pari a circa 20.000 euro, ha portato inevitabilmente alla chiusura di questa sede nonostante la forte pressione esercitata da parte della cittadinanza e dalla minoranza Primavera Cocquio. Ciò che desta incredulità è il repentino cambio dirotta; dopo aver messo la Fondazione in una posizione insostenibile che ha portato alla chiusura della sede educativa in questione, importante per i bambini di Cocquio e quelli provenienti dai comuni limitrofi, la stessa amministrazione ha deciso di rinnovare la convenzione, garantendo nuovamente i circa 20.000 euro precedentemente negati. Fondi rimessi a disposizione unicamente quando ormai sarebbe stato troppo tardi perla Fondazione riprogrammare la riapertura della sede Caldanese. È assurdo vedere come le decisioni adottate abbiano causato la chiusura di un’importante struttura educativa per il nostro Comune. Mante-nere aperta la sede di Caldana non avrebbe portato solo benefici diretti ai bambini, offrendo loro un’opportunità educativa aggiuntiva sul nostro territorio, ma avrebbe avuto impatti positivi su tutta la comunità locale. La chiusura della sede ha senza dubbio avuto un impatto negativo sul tessuto economico e sociale della frazione. Con la chiusura dell’asilo, si sono persi posti di lavoro e si è causata una diminuzione dell’afflusso di persone nella zona. Mantenere aperta la sede avrebbe non solo garantito maggiori opportunità educative, ma avrebbe anche contribuito a mantenere attive le attività commerciali e ser-vizi locali, aiutando a preservare la vivacità della comunità. La scelta dinegare inizialmente i fondi necessari per il mantenimento della sede di Caldana, portando alla sua chiusura e il repentino cambio di rotta, con il rinnovo della convenzione e il ri-assegnamento dei suddetti fondi, solleva interrogativi sulla coerenza e sulla lungimiranza delle decisioni prese dall’amministrazione di maggioranza. Una scelta inspiegabile, che non ha il riscontro di una necessità economica oggettiva, a differenza di quanto accadde con la chiusura dell’asilo Della Porta anni fa. Certamente una gestione più attenta e orientata al benessere della comunità avrebbe potuto evi-tare la chiusura di questa sede da parte della Fondazione, preservando sia l’educazione dei bambini che la prosperità della zona.